Magmi infuocati che si scontrano, si amalgamo, imperscrutabili fondali marini, scontri tra forze ancestrali? Si resta colpiti, avvinghiati dalle pitture di Mario Ragazzo: tutto è pulsione, vibrazione, contrapposizione. Il colore scorre per tutta la superficie del quadro avviluppandosi creando vortici schiume grumose o sottili filamenti. E? inesorabile, non lascia spazio alla mezza via, anzi, soffoca ogni singola forma che tenta di emergere inghiottendola in un dedalo impazzito. Il pittore dunque, per esprimere questo sfogo interiore, questa tempesta emozionale, si è affidato al pigmento, o meglio ad un sua personale interpretazione ed evoluzione, inteso come ?urlatore? delle emozioni umane che, seppur nascoste dal perbenismo della nostra società, pulsano e vibrano e vogliono eruttate perché manifestando il malessere collettivo liberano l?uomo moderno dalle sue tristezze e dalle sue negatività.